Il cazzo? no, non me lo taglio il cazzo e chi lavora più sennò,
Parola di un trans. Io ascolto e sorrido, a lei piace il mio fisico, dice che sembro davvero un Malacarne.
sono uno che fa la “vita”. Come dicono i borghesi, noi diciamo “la strada”, oppure non diciamo niente.
Tre e un quarto del mattino, sul viale il mondezzaio degli schiavi del mondo, quelli in vendita di notte e quelli in vendita sempre di giorno nel grande puttanaio sociale borghese , quelli che di notte passano a “caricarci”, quelli che di sabato escono solo per tirare bottiglie ai froci, per dimenticare che la prendono in culo dal capo o dal padrone ogni giorno…quelli che poi lasciano le ragazze , o le mogli e ripassano…
Mi lasciasti u spregio permanenti?
ora ti mangiano i vermi…e qua ti lascio…
Così conclude Irene. Parola di trans.
120 chili di ormoni e mascherone che non nasconde niente, meno che mai l’alone grigio della barba.
non c’è tensione fra marchette e trans, anche se i tempi sono duri , non è più come nel novanta, mi dice, quando ha potuto farsi “le plastiche”.
ora si lavora per sopravvivere.
Irene , nato Giovanni, tecnicamente lo è ancora. Fisicamente è una Venere di Botero o la Venere preistorica.
Lo sai, è morta la Memole, mi dice, ma io non so chi cazzo sia…
un’altra? è un’ecatombe…che cazzo sta succedendo?
– è morta impiccata. Si è ammazzata.
ma la storia era iniziata prima.
Passo da Gianfranco, sono giù cazzo è morto un mio amico , uno che stava a Firenze, intrippato male, lavorava per quello . Avevamo fatto Palermo-Firenze in auto , 160-180 , musiche dei Cure, io avevo come un presagio di vita , come se il tempo di vivere fosse morto…
gianfranco dove minchia sei con la testa, lascia stare , non raccontarmi niente…
Siamo andati a bere in un baretto , birre a poco prezzo, lui ha preso dalla sacca la bottiglia di vodka saccheggiata dagli scaffali di un pub gay , un locale per i froci di serie A , quelli rassicuranti, quelli sensibili , quelli Gay, quelli pride. Integrati.
Disintegration era a tutto volume, Palermo-Firenze, abbiamo lavorato nei locali, era inverno, mica come qua , la notte di natale, te la ricordi la notte di natale in strada? Perchè l’abbiamo fatto? Eravamo così a secco?
non avevamo di meglio. Il viale è il tuo rifugio , e la famiglia.
siamo orfani “prima”di diventarlo, siamo abbandonati a noi stessi, per questo siamo gli schiavi più liberi.
Al pub per gay fescion c’è Paola . Il segno sul suo viso del taglio di una bottiglia è quasi invisibile . Lo “sfregio” fattole da un tipo all’uscita di una discoteca. Capisco che c’è tensione fra Gianfrà e lei, andiamo subito via.lei è una lesbica la cui femminilità si limita alla chioma bionda, per il resto tutto fa supporre che abbia lasciato un camion in doppia fila fuori dal locale. lei è figlia di una famiglia “rispettata”, non so se mi spiego. La scena si svolge in Sicilia, non dimentichiamolo.
Paola aveva giurato vendetta. In viale Gianfry si dilegua subito. Io vado a scambiare due chiacchiere con le trans…
Irene, chi cazzo è sta Memole?
Come chi è? l’amica di Gianfranco, quella che lavorava a Firenze, era uscita da due giorni dal carcere, perchè aveva sfregiato la lesbicona…
e si impiccò, o l’impiccarono…
Mi hai lasciato lo sfregio permanente, ora ti mangiano i vermi…e qua ti lascio…
Andiamo a lavorare…