piove, ziocane. sono appena rientrato. niente da fare stanotte. ho appeso i vestiti in bagno. gocciolano piano. c’è uno spleen nell’aria che mi penetra assordante in sinestesie viola dal buco del culo. era meglio non fumare, merda. era meglio non uscire affatto,
avvolgersi in un lenzuolo e spegnersi,
è sempre così quando piove. mi appendo a testa in giù al soffitto della stanza e sento la pioggia sotto i piedi .
(sto selezionando occhi, come sempre, il porno è fuori di qui).
Roma , ultimi di marzo 2002.
piazza repubblica, gli alberi mi dicono qualcosa,
intendersi coi rumeni e gli slavi, un’impresa, ma poi ci si calma.
Appena dico che sono siciliano . Manco fosse la parola magica.
prendo un “passaggio”, andiamo a Villa Giulia, dico.
ma lui vuole andare in sauna in via Aureliana.
odio quelli che vogliono andare nelle cabine dei locali a consumare, e che cazzo, non possono trovarsi uno lì?
non come voglio io, mi risponde. Ed in effetti il tipo, quarantenne stempiato , pizzetto arancione (?) – il resto inventatevelo- ha poche probabilità di trovare uno “come dice lui”.
e poi, al momento di pagare l’ingresso, riafferma platealmente il potere d’acquisto. paga per entrambi.
credo si senta più al sicuro lì. e le solite froce chic , pardon i gay, che guardano e fra i denti sibilano: marchettaro.
guardati allo specchio stanotte e ripetitelo come un mantra: marchettaro.
alla fine forse comincerà a dolerti. stronzo.
Commenti
davvero senza parole.
anto
davvero ambiguo come commento
Non troppo ambiguo. E’ che scrivi maledettamente bene, direi. Non anto
il merito (ma poi lo è?) non è mio. E’ che un giorno dimenticai di andare a scuola, e da quel momento ho cominciato ad imparare l’essenziale. grazie.