ho imparato a parlare alle vetrine di tutto ciò che non posso comprare.

e a volte mi rispondono: l’uva non era affatto acerba, era marcia.

Roma-Termini.  aprile 2003

ho preso un treno di notte pieno di militari e di lucette sbilenche e sudate. una notte di fiati  sporchi,  e scarpe e corpi traspirano vita porpora. luce da camera -oscura.

le fibie delle cinture,  ed i discorsi , si slacciano, le parole piano si spengono. sibili.

  Treno di emigranti,

vecchio di vent’anni / sento negli scompartimenti \come un eco / le parole piene di  speranza e /paura\ dei miei nonni / puoi capirmi ? il treno che viene su dalla sicilia\ se lo vedessi arrivare domani al mattino \ forse capiresti.

Roberto mi aspetta davanti al meddonals , io trascino una valigia che più passa il tempo più diventa leggera, il mio bagaglio diventa il vuoto incartato di  etichette coi nomi delle città visitate, come succede nei film.

lo sguardo di roberto non è come me lo aspetto.

 ha un’auto finalmente, non  dobbiamo  più , come l’inverno scorso, mentre ero militare , sbatterci coi mezzi pubblici di notte. ma  non importa, a roma splende.

andiamo a selvanera , o come minchia si chiama il posto che abita, casalotti o roba così, in un casotto prefabbricato piazzato in un cortile. come la cuccia dei cani.

me ne accorgo solo ora -come la cuccia dei cani- mentre ero militare mi sembrava il paradiso rifugiarmi in quella stanzetta 4×5 con bagnetto e cucinino microscopico. anche queste misure le vedo ora. prima ero felice di lasciare le camerate quando potevo, e trovare lì la mia casa.

Mariela non è andata  a bologna per via della partita, ci sono padri di famiglia pronti ad ammazzarsi per sta cazzata del calcio, roba per figli di buttana assoluti rincoglioniti per bene , a puntino, da chi ha il potere. insomma parte domani.

a pranzo lei ci serve a tavola , e come sempre non mangia con gli uomini. io mi imbarazzo a sta cosa qui che i due, montenegrini, trovano naturale, a quanto pare.

nel pomeriggio io e roberto usciamo, andiamo a scopare su in collina. anche perchè quella sera saremo in tre nell’unico letto.

mirela , ovviamente,  non sa nulla. forse neanche la parola.

l’indomani roberto mi dice che c’ha, appena parte mirella.

sei cambiato Malaca’, che c’hai, tu non stai bene, i capelli lunghi, i pantaloni larghi, è come se non ti frega più un cazzo, stai andando a fondo, e poi per telefono, sti discorsi che fai, mica ti capisco più io. stai invecchiando, parli come un vecchio di trent’anni,  come cazzo ti è successo , da quando ti sei congedato. te t’aggiusto io, aò, mica puoi annà avanti così. stasera nun c’ annamo a Valle Giulia. andiamo all’ eur  alle giostre, ti ammazzo se non ridi, non scherzo , malaca’. 

più tardi esce da una scatola la macchinetta per tagliare i capelli.

non mi oppongo. mi tosa per bene . faccio la doccia, appena esco dice mo’ ti conosco, e stai su che ho fatto i soldi , manco mi hai detto niente per il bmw, te l’ho detto non ti frega un cazzo più a te, ti stai drogando di nuovo, che c’hai ? 

come spiegargli sta cosa che ho fatto: prendere la parola?

e che tutto il resto mi pare inessenziale?

e che io sto nascendo solo ora?

e che non posso più spegnermi ormai?

perchè ho capito che ho diritto a dire,

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Commenti

  • Ossignore  Il Maggio 30, 2003 alle 1:19 am

    wow….

  • malacarne  Il Maggio 30, 2003 alle 2:34 am

    era meglio: minchia!

  • anonimo  Il Maggio 30, 2003 alle 1:30 PM

    E ti becchi pure l’ammirazione stupita di Ossignore per questa tua nuova creatura… Provo una strana sensazione di invidia. Strana perché per mentalità ed esperienze sono diverso. Sono un eterosessuale single che aspira alla monogamia e non corre il rischio della poligamia (leggi: maschio sfigato), e di solito non leggo blog che toccano certe tematiche, specialmente quando trattano una sfera erotica che non è di mio interesse (abitudine? mentalità? disposizione? non investigo). Niente blog a sfondo erotico per me, omosessuali o eterosessuali che siano. Non mi piacciono, mi annoiano. Fortunatamente nel tuo caso l’erotismo non c’entra per niente. Sulle qualità di questo blog non mi soffermo, non basterebbe un commento.

  • malacarne  Il Maggio 30, 2003 alle 2:55 PM

    sto cominciando a domandarmi dov’è che ho sbagliato…pensavo di squarciare viscere ed invece mi sa che sono acqua con l’alloro…comunque grazie.

  • anonimo  Il Maggio 30, 2003 alle 5:36 PM

    Se pensi che aprire questo blog sia stato sbagliato, sbagli. E poi non c’è da preoccuparsi, se continui con questo blog prima o poi ti troverai ad avere a che fare con i soliti rompicoglioni che difendono tradizione e buon costume. E’ già capitato, capiterà ancora.

  • malacarne  Il Maggio 30, 2003 alle 9:37 PM

    mi conosci…

  • anonimo  Il Maggio 31, 2003 alle 12:52 am

    Non so se ti conosco. Penso di no. Ho già fatto questo errore e lo sto pagando caro, e meritatamente (ma questa è un’altra storia). Le identità su Internet sono labili e fallaci, e non ci serviva la Mazzucato come insegnante. Posso solo dire che quello che leggo mi piace, che lo spirito di quello che scrivi mi piace.

  • malacarne  Il Maggio 31, 2003 alle 3:43 am

    perchè l’ ossessione per questa signora? in fondo stava solo facendo pornografia.

  • malacarne  Il Maggio 31, 2003 alle 3:55 am

    p.s. : quale sarebbe “questo” errore?

  • anonimo  Il Maggio 31, 2003 alle 8:43 am

    Eh, malacarne… Diciamo che l’errore non è interessante (se non per chi l’ha fatto), e l’ossessione è dovuta al fatto che sono una persona ossessiva. Adesso seguo con lieve fastidio “Piccole Mazzucato Crescono”, ovvero un blog che non nomino, e che mi sembra molto artefatto. Peccato che sia noioso, al limite del sonno. Forse non è la stessa mano, ma la personalità è molto simile.

  • malacarne  Il Maggio 31, 2003 alle 1:57 PM

    non so com’è una personalità simile. non ho mai letto il blog di questa signora, nè il libro (i libri?), a parte due tre paginette scroccate alla feltrinelli, per caso, appena è uscito. e mi è sembrato pornografico (quello che altri chiamerebbe ” gastronomico” ) insomma mira a fare soldi , prostituisce le parole. è solo un’impressione avuta subito, in superficie, poi magari il libro ha pagine “vere”. – anch’io ho esitato molto , giocando con le “personalità” , giocando a “nascondermi”. l’ho spiegato qui sotto da qualche parte: se ti presenti subito come un prostituto, nessuno ti prende sul serio, la tua parola non vale un cazzo. per questo ho cominciato con due altri blog. non avrei mai aperto questo , l’unico che dice quasi soltanto verità (quasi, perchè spesso la verità non so neanch’io qual è . dico tutta la MIA Verità). è stato per caso. ho commentato scherzosamante un post di bloganonymus sulla prostituzione (vedi il primo mio post, il tono è scherzoso). ed è come se in quel momento si fosse rotto un argine. dovevo dare la parola a tutti noi. esigenza. / P.s. : sono abituato a fare da confessore e valvola di sfogo delle ossessioni, per perfetti sconosciuti. se tu vuoi, posso ascoltarti.

  • anonimo  Il giugno 1, 2003 alle 9:48 am

    Riguardo alla personalità in questione ho un’idea leggermente diversa, ma poi non tanto. Tu parli di prostituzione per soldi, io invece credo che sia così presa dalla voglia di essere personaggio e di presentarsi come personaggio che si è scordata di essere una persona. Prigioniera del ruolo sociale, puro ingranaggio. Bisognosa di collocazione, di prendere posizione, una letterina (o letterona) della letteratura. Il tuo caso non è paragonabile: tu hai costruito credibilità con altre idee, e poi questo. E anche perché ho l’impressione che la categoria dei “Senza Pelle” ti stia a cuore. Cito dal film: “Vede noi possiamo controllare le nostre emozioni, loro invece, non sanno gestirle, sono continuamente esposti. E’ come se non avessero la pelle…La pelle é il nostro ultimo confine, poi c’è il resto del mondo. Loro non hanno confini, un po’ come i bambini.”. Riguardo alla “verità” di quello che scrivi – e non ho certo intenzione di mettere in discussione la tua integrità – ma come ho scritto in altri commenti anonimi come questo (ma che sono pronto a rivendicare…), è un problema che ritengo tutto sommato marginale. Quello che conta è il significato e lo spirito di quello che scrivi, e la sua dignità. Solo quello mi interessa. Grazie per la proposta di “confessione”, comunque non ho intenzione o motivo di approfittarne, in fondo si tratta di piccole cose di poco conto, un puro problema di presentabilità, e nemmeno tanto grave, un malinteso non chiarito, e con persone che mi interessano relativamente poco. Anche Internet ha la sua estetica, astrusa e scontrosa. If I ride on the rails, I shall ride them alone (Bob Mould).

  • malacarne  Il giugno 1, 2003 alle 10:52 am

    Non ho visto il film di cui parli, a quanto pare dovrei. Se le parole che citi sono riferite a prostituti, non sono più vere già dopo qualche mese “in strada” . Per me dipende da quanto sei forte e sai proteggerti l’avere o no una pelle , uno schermo protettivo (è questo che voleva dire la frase?). E io ce l’ho. Ma non ho più diciotto anni e , soprattutto , ho letto qualche libro. Questo alla fine ti dà strumenti per avere più di una pelle. Un’armatura.

  • anonimo  Il giugno 1, 2003 alle 12:24 PM

    No, ovviamente non mi riferivo ai prostituti, e non credo che tu sia senza pelle. La metafora iniziale riguarda certi psicotici che non hanno modo di difendere la loro esistenza dalla realtà, e non hanno modo neppure di difendere la realtà dalla loro esistenza. La mancanza di filtri li rende fragili, e mette a rischio la realtà costituita: disintegra il ruolo sociale, spettina le sovrastrutture, si rivolge all’essenzialità del sentimento, che è l’unica cosa che mi interessa quando si testimoniano le esistenze.

  • malacarne  Il giugno 2, 2003 alle 3:57 PM

    ho dovuto riflettere un po’ prima di rispondere. Mi scrivevi: “penso che la categoria dei *senza pelle* ti stia a cuore”. Ed io avevo frainteso. E’ vero però che mi stanno a cuore (come l’hai capito?) , forse perchè , come tutti i “devianti” socialmente, sono vittime, per lo più, prima di diventare un “problema” per la società, e poi un eventuale “carnefice”. Il mio migliore amico , quando aveva 17 anni, è stato ricoverato in una clinica psichiatrica (due mesi) , dai suoi genitori. Un lungo percorso (che include anche la prostituzione , che secondo me è stata terapeutica per lui, perchè non dettata da esigenze , ma da vendetta sociale contro i suoi ricchi genitori che si erano voluti liberare di un “problema imbarazzante” . Dopo un po’ ha smesso di “battere”. Ora è laureando in “assistenza sociale”. lui è uno che ce la sta facendo (è ancora in terapia). Un’altra persona che conosco con gravi turbe psichiche è la psicologa che ci ha aiutati quando io e lui stavamo insieme. una donna bellisssima , colta , intelligente. Si occupava di tossici, anche. Si era innamorata di un ragazzo conosciuto nella “comunità” con la quale collaborava. Morto d’overdose nella sua cucina. Lei è andata via di stessa. Sara B. (sbuttanerò suo padre, un affermato avvocato della mafia che le ha fatto il T.S.O. e vuole interdirla).

  • anonimo  Il giugno 3, 2003 alle 5:14 PM

    Non ti preoccupare per il fraintendimento, non punto la pistola contro nessuno ormai. Non più, da quando sono stato frainteso. Off topic: qualche giorno fa ho fatto la gaffe più grave della mia vita. Sono con il mio responsabile a fare una consegna in un posto. Ci accoglie il responsabile amministrativo. Non mi guardo intorno, purtroppo. L’individuo ci ficca un volantino in mano. Io guardo il mio e mi metto a ridere. Un candidato di Forza Italia. E mi scappa: ma questo tipo non era finito in galera tempo fa? Ma che galera e galera, risponde il tipo. Tutto vero. Corruzione, otto anni fa. Cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. La mia memoria non perdona, nemmeno me stesso. Sano di mente, discretamente intelligente e con un autocontrollo da ragazzino. C’è modo e modo di essere ragazzino. Morale della favola, il pregiudicato (sicuramente rieletto) è il titolare dell’azienda in questione, e le mie corde vocali sono più veloci del cervello. Ci sono modi di essere “senza pelle” anche quando si è perfettamente integrati. O quasi.

  • malacarne  Il giugno 3, 2003 alle 8:07 PM

    è terribile il tuo mondo. Non poter dire mai ciò che pensi e pentirtene quando lo fai. L’ “ormai” è molto interessante…

  • anonimo  Il giugno 3, 2003 alle 10:38 PM

    No, non è così terribile, è solo regolato da una forma di commercio. Okay, è terribile. L'”ormai” non è per rassegnazione, è per sopraggiunta pazienza. Perché chiedere un chiarimento in fondo non costa nulla, e se qualcuno lo avesse chiesto a me quando ce n’era bisogno probabilmente certi stupidi dolori non sarebbero esistiti. Riguardo al mondo terribile, è il mondo dei più. In fondo lo preferisco al mondo di chi non è costretto a crescere per vivere. E poi ad essere sinceri ci si stanca: ti chiamano cinico quando non lo sei, critico quando non conoscono il significato della parola “critica”, sarcastico quando non capiscono che il sarcasmo a volte è una forma estrema di autodifesa… “L’eufemismo è di per sè una forma di menzogna”, diceva Orwell. Sottoscrivo. A mentire però si vive meglio con gli altri, e peggio con sè stessi. A ognuno la propria scelta. Se ho fatto la gaffe che ho fatto probabilmente è perché non ho scelta. Almeno lo spero. Scusami, sto andando alla deriva. Spero che sia solo un momento di amarezza, visto che sono piuttosto contento di quello che sono, delle persone che mi circondano. Eventualmente quando mi andrà di riprovarci (e di avere di nuovo un nome) ti inviterò a fare un giro nei miei pensieri.

  • malacarne  Il giugno 4, 2003 alle 9:32 am

    e pur giudicando “stupidi” i dolori provati in questa occasione, ti stanno amareggiando ed “ossessionando”…tanto stupidi forse non sono, tralatro hanno minato alla base un certo sistema…voglio dire ti sei interrogato su menzogna e libertà di parola … Non credo che l’eufemismo sia una forma di menzogna in sè, forse è una via di mezzo tra verità e menzogna…Quando si usa un eufemismo si continua a dire la verità, la parte di menzogna consiste nel non detto, in quello che ci fa cambiare le parole che vorremmo usare con altre che poi usiamo. In questo senso l’eufemismo è una menzogna inespressa. E’ la menzogna che taci mentre stai dicendo una verità…. ma sto Orwell certo ne sapeva di più di me.

  • anonimo  Il giugno 5, 2003 alle 7:59 am

    La tua supposizione (un sistema minato alla base) va oltre la realtà delle cose. Sto solo ridimensionando il peso della parola quando la parola è destinata oppure proviene da qualche zona d’ombra che non è stata riconosciuta come tale, e che per propria natura non offre chiarezza. Un invito al dubbio, alla sfiducia congenita nei confronti dei mezzi congenitamente limitati. Non è la realtà tangibile che mi preoccupa.

  • malacarne  Il giugno 5, 2003 alle 12:36 PM

    la parola che proviene o è destinata a zone d’ombra, cos’è? un lapsus? qualcosa che sfugge appena si abbassa la censura della ragione? Se è così fai bene a ridimensionarne l’importanza. Le zone d’ombra secondo me sono fatte per restare tali, a meno che impediscano di vivere. Anche perchè più scavi più trovi buio.

  • anonimo  Il febbraio 19, 2005 alle 2:18 PM

    cbcvbcx

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