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Archivi del mese: agosto 2003
effimero. sogno il giorno. e il momento.
Colonia. adesso.
spoliarmi di tutto di nuovo, il mio corpo rifiuta questo cielo. ingerisco solo acqua e koelsch da due giorni. quieta e´ l´ acqua di Colonia. il tuo profumo e´vanito, svaporato in una notte.
ich liebe dich nicht mehr. stanza di un vecchio cliente. gemiti oscuri. sera e fu mattina. vaghiamo fra Heumarkt Neumarkt e Rudolfplatz. di giorno le terrazze puttaneggiano di froci chic. ecco l´acqua di colonia, scorre il Reno , lo vedo se solo mi affaccio sulla strada , da questo ostello in Reihngasse. 19 euro al giorno. sono vuoto dentro le tasche e sono vuoto nelle viscere e ho il cuore gonfio. sono pieno solo al mattino dopo un incubo di kneipen e musica da pub , pieno e vuoto come il delirio di angoscia dell´alba rosa-grigio di infarto che stria la volta dietro il gross s. Martin e fra le torri del Dom. nessuna voglia di lavorare a Duessendorf al puff con Enea e Cristian. sono solo in quattro nel bordello, e´piü che altro un appartamento, alloggio gratuito, il quaranta per cento della marchetta e´per lo chef. Nico vuole arrivare ad Amsterdam, io mi rivesto di notte fino al midollo. da Palermo un ex cliente di Nico, Marcello – la pellicciaia, squoia animali per la vanitä- e´arrivato, senza carta di credito senza troppi contanti, dice, ma sfoglia assegni nei negozi di antiquariato, ho contrattato per lui una cornice, e la guida turistica e´gratuita, bastardo. non sgancia un euro, vuole sfruttare una marchetta, al roemische-museum chiede di tradurgli dal latino le steli ed i souvenir di cartapesta alla portata di una pellicciaia, le riproduzioni dei bicchieri e delle coppe wieviel kostet es? soll ich immer fragen, was glaubst du, das ich bin hier fuer dich? perche´tu possa riempire valigie di souvenir di dubbio gusto, sfruttando il mio poco tedesco ? e che ti spieghi e la cittä e la vita? ed i musei? e che ti porti nei locali con dunkel Raum? sei morto e non lo sai, stai rischiando di finire squoiato all Aachner weier, stanotte, e della tua pelle si vestiranno gli scoiattoli. le foglie scivolavano liturgiche nel parco, due ore fa, c´era un eco di sole nell aria. ed io mi sono comunicato di fruscii. nessun contatto umano la mia pelle e´tempio. allo Stiefelknecht ho sputato in bocca ad un crucco in ginocchio , mi ha leccato le scarpe da tennis, le ha tolte le ha sniffate. questa e´l ´acqua di colonia. la prestazione mia: beneficienza. ha avuto un´ estasi quando il mio orgasmo l´ha raggiunto sulla fronte, mentre respirava dentro la maschera terminale di ossigeno della NIKE. si ricomincia fra poco. stanotte al Chains. leaderweste, ich brauche einen Sklaven um meine Nerven in Ruhe zu haben. das ist Das Wasser von Köln.
0
nudo in riva al mare,
guardami con occhi di padre.
il mio corpo è trasparenza e luce.
un tempo ascoltavo le onde cantare
soprani azzurri
le loro parole erano madri
erano abbracci di padre.
chissà che domani non le possa risentire.
io sono pronto ad ascoltare.
1
ombre nel parco, è la stagione buona quest’inferno, uomini che nel gelo si avvicinano, si incontrano, si consumano, ma non si vedono. non importa. io vorrei traversare il laghetto di ghiaccio, immergermi , penetrare lo specchio che riflette il c i e l o fine e trasparente che separa dal cosmo nerissimo trafitto di stelle.
siamo nella m a c c h i n a di uno S c o n o s c i u t o il primo e l’ultimo che mi ha fatto salire in questa vita.
il volto dello Sconosciuto , non posso vederlo, sono troppo ubriaco e drogato, i miei occhi tanto offuscati ardono e non ardiscono , la mia mente tace.
la sua m a c c h i n a visibile agli occhi. finestrini chiusi ermetici.
ermetici
qui tutto ha inizio
e qui avrà fine ,
2
è la notte della vita, come sempre, stringo le fibie degli anfibi per affrontare le pozzanghere, guardo attorno avido di cose invisibili agli occhi, ma il mondo ingombro di materia è privo di essenze. guardo le vetrine lucenti. ho imparato a parlare alle vetrine delle cose che non posso o non mi interessa comprare, la volpe infine ebbe l’uva e disse:
non era acerba, era m a r c i a.
ho bevuto un vino in cartone ed ora fa caldo , poi fa freddo, poi cammino attorno alla Cittadelle, nel parco notturno, il laghetto è uno specchio di ghiaccio che riflette il cielo gravido di minacce. sono uscito da un locale gay alle due, quando si spegne la musica e le luci si accendono e la festa di vanità è finita. ed eri troppo drogato e buio per non farti usare nei cessi del pub direttamente, senza mercanteggiare un posto letto o una partenza alla Belgique in discoteca? mi chiedo. Niente, fuori nel gelo vuoto cammino ed arrivo nel parco.
il bosco tagliato.
3
Insula, isle, île , lâisle , l île ,
Lille,
l’isola , ancora, mi viene dietro, dalla Sicilia alle isole Britanniche a Lille, nè terre nuove , nè nuovi mari , ti verrà dietro la cittÃ
perchè perdendo la tua vita in questo angolo discreto tu l’avrai persa comunque su tutta la terra.
nudo al centro della piazza, vorrei , nudo e puro, e che il tuo sguardo sia bambino.
omnia munda mundis.
perchè la sola cosa buona insegnatami dai preti è stato il latino.
4
ma la notte m’incanta di luci di giostre la fiera di natale, nella grand’ place della città di Lille sono solo e ho freddo e fame e vorrei morire e non posso, vorrei morire e n o n p o s s o . e allora avvolto nel fumo buono di caramelle e cioccolato fuso mi ricordo da bambino per mano a mio padre, avrò avuto quattro anni, l’anno in cui passò alla vita dei sogni. Mi aveva comprato una mela candita. era nauseante, ma non dissi nulla, la mangiai sorridendo con gli occhi..
5
avanti , verso il silenzio. l’inferno è freddo, non illudetevi, è ghiaccio non fiamme.
Lille , quella sera in piazza Charles de Gaule, festoni di stelle natalizie e ori e fiamme e suoni ed odori di canditi, ed io volevo lo zucchero filato rosa, non ho osato.
c’è la grande ruota ed io ho pochi pounds in tasca residuo delle ultime marchette a Londra, al cambio però è già qualcosa, posso sopravvivere tre-quattro giorni, penso.
seguo il flusso di gente è più caldo lì in mezzo, la folla ti fa famiglia attorno , pensi di avere un luogo dove andare? mi chiedo.
place de Gaule, lille, natale di luci. delirio la sera nel ghiaccio le finestre di case fiamminghe brinate di gelo, sono case di zucchero, ansel e gretel smarriti nel Bosco.
sono perso in un bosco per sempre . a chi posso chiedere aiuto , per uscirne, solo alla strega cattiva?
o Tu stai tracciando un percorso?
6
è veleno è medicina: pharmaca.
kakapharmaka kai kalapharmaka.
erosthanatos.
mi sono cifrato d’aurora. precipitato alchemico.
il mio sangue è in fornace d’angoscia,
mi sto dissanguando d’argento.
intriso d’estasi.
il segreto per non sentire il dolore è non ascoltarlo, mi dice prendendo più colpi del solito, prima di emettere la sua voce da esorcizzanda. quella appresa da film porno casalinghi per operai da stordire.
non dici niente Malacà , dimmi che sono la tua troia.
io mi volto un istante e guardo attraverso il vetro appannato del toyota, fuori, verso il basso, la città notturna stesa come una fanciulla corrotta nel buio , dormiente o morta?
7
il mondo gode , schiavo volontario di se stesso. il mondo è sado-maso.
ma la mia litania è inutile.
io vivo nel giorno che è un tempo fermo e notturno.
dico così per tranquillarvi
e invece guardami sono tuo figlio. nato dentro il tuo armadio stanotte.
il mondo finirà in sette notti . e fu mattina e infine sera.
prima notte.
8
sono punito per una colpa che non riconosco.
gli altri bambini sono andati al mare, io sono in istituto. non uscirò mai più da queste stanze? dovrei fare breccia coi pugni, e con le nocche in sangue omaggiare la libertà .
fra le mura della cameretta con otto letti. le perle più preziose sono negli occhi: posso v e d e r e il M a r e se solo chiudo gli occhi.
da dentro, e queste pareti non faranno mai la spia, non sono sbirriinfami, non diranno a nessuno che quella volta ho pianto.
9
non vieni più a mare con me , e non chiederlo agli altri, non ti ci portano, mi dice il professò incazzato quando torniamo, perchè poi li ho afferrati a tutti e due gli sbirri-bambini che ridevano e mi facevano spregi perchè non potevo muovermi da sotto l’ombrellone.
loro ci avevano tutti la punizione – mi difendo- ma siccome sono venuti da Voi a dirVi che erano Pentiti e che io avevo fumato se la sono passata liscia, perchè se hanno confessato il danno non è stato fatto più? pure se ammazzorono uno, allora che fa, sono pentiti e non è successo niente? inguaiano gli altri , però , sti sbirri muffuti, e manco dicono vero , fausi sunnu, e non li raccontano tutti i cazzi loro..
perchè, incalza l’educatore, che altro fanno?
e che ci pare a Lei che io pure sono sbirro, mi può punire ma io uomo di pancia sono.
il professore sorride: uomo di pancia un gelatino lo vuoi ? dai andiamo a prendercelo.
avrò avuto 9 anni. forse dieci.
10
meno che zero. un giorno mi sono chiesto se cercheranno abbracci i bambini trovati nei cassonetti dell’immondizia.
se capiranno la tragicommedia di esserci al mondo. il miracolo di starci per dispetto. disperatamente pregni di vita.
per fare dispetto agli zombi prigionieri di tailleur e cravatte che li strozzano.
rideremo perchè ultimi. mentre soffochi sentirai le nostre risa.
11
quando i due sbrri bambini vanno in acqua il professo mi domanda : che è , non t’è passato, ancora?
ce l’ ho ‘ncapu ‘a panza, a sti dui sbirri infami…
parla bene! intima il professore, che sono ste parole…
ce li ho sopra la pancia, li ammazzo, … il professore sorride, mica se lo dici in italiano è meno grave…e rotea uno sguardo circolare ai vicini di ombrellone.
scuotono la testa e sicuramente stanno pensando che siamo bambini difficili e poi domandano di quale quartiere.
z.|e./n-| — calza== borgo°# nuovo.
non ci sono\ bambini difficili in via Libertà ? al | Politeama ( siamo solo noi i bambini = cattivi?
\\| \annullati| \ \|
12
mi allontano appena in spiaggia, perchè a lato ho due sbirri assoluti, due sbirri bambini. si comincia da piccoli. chi poi chi tinni futti a tia si io fumu? i cazzi tua fatti…sbirru infami…picchi ci isti a cuntari li me cosi?
appena torno il professore è arrabbiatissimo. t’avevo detto di non allontanarti, dove stavi , c’è il mare mosso…
Ce lo domandai a Franco , mi disse sì poco fa. il professore si incazza ancora di più. Vi ho detto milli voti che non dovete dumandari prima all’uno poi all’autru finchè uno di noi vi dice quello che vi conviene a voi, capistivu?
sparlando al plurale, si riferiva sicuro a regole Universali, tutte sue, quelle con le punizioni più dure.
stai fermo qui , siediti sotto l’ombrellone e non muoverti finchè non ce ne andiamo.
impazzivo di rabbia. e intercettavo gli sguardi soddisfatti dei due sbirri bambini. nu m’ha taliari, ci dico, u capisti? nun m’ha taliari ti scannu , vòtati.
il professore fa finta di non sentire, è un pio.
(quanto desiderai una tua carezza che non arrivò mai perchè avevi le tue idee educative rigide, professò, se mai un giorno avrò un lavoro come quello che tu pensavi , allora verrò a trovarti, per darti ragione).
13
il pulmino che ci portava al mare nei giorni di sole assoluto in agosto fuoco al mattino , lucente, frammenti di luce sul bianco trasparente come pezzi di specchio taglienti.
sulle fiancate del pulman la scritta caritas.
ricordo quel giorno siamo tutti puniti per una baruffa collettiva* . ma poi il “professore” ha avuto pietà di noi. il professore, meglio dei preti. più pio.
due educatori ci caricano in auto . su forza, su forza picciotti, sbrighiamoci è tardi , forza che-d’ è menziornu.
menziornu di focu è-ni. nuatri avemu costumi novi. picchì cancia la moda e li matri di l’autri picciriddi inchinu i sacchi di vistini e scarpi pi figghi di nuddu.
* io nun ci traseva nenti stavota. chi pinzati ca è sempri colpa mia?
dove si comprano i castelli di sabbia papy? ho sentito domandare una volta.
fingete di stupirvi che i figli uccidano i genitori per denaro. eppure sapete che il denaro è la voce di DIO (del vostro, quello col marchio buono, firmato versace).
14
smarrito nel deserto della spiaggia io non cerco aiuto . l’immenso spazio è aperto ad ogni mito. costruisco castelli di rabbia granulosa. e non chiederò mai perdono, a costo del martirio, per quello che sono.
perchè solo le puttane sanno capire il v a l o r e di una r o s a .
15
ci sono pareti che non ho più rivisto e che mantengono il segreto dei miei silenzi e dei miei pugni.
stamani ho aperto gli occhi immerso in un balsamo di sudore , freddo, in un sudario di incubi scordati al risveglio.
e vado al mare, la sabbia è granulosa da mangiare. solo , il luogo è abbastanza affollato. sono andato a vedere se poi lo hanno lasciato un accesso al mare in mezzo a tutte le villette abusive condonate sul litorale del palermitano.
ci sono bambini che giocano e scavano buche.
io da bambino costruivo castelli.
anche adesso.