così io vivo immerso dentro un pozzo. ed ho le nocche in sangue , e il palmo delle mani. i troppi pugni dati alla parete circolare. non posso spaccare la roccia. e la mia voce è morta urlando. così io vivo immerso dentro un pozzo. non posso fare breccia. nè scappare. mi sono arrampicato inutilmente , ed ora ho i piedi in sangue. guardo in alto se c’è luce. alzo la testa se è notte, sprofondare. sfondare . sprofondare.

Palermo, sempre.

è palazzo di stelle nascoste la notte. nero pesto dentro il petto. un cielo dipinto, di cartapesta. ed ho troppa aria nei polmoni, potrei gonfiarmi ancora e ancora aerostatico.

fino a sfondare il cielo .

ma ho una ferita nel costato.

porto il lutto per la luna.

io sono l’angelo della disperazione.

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Commenti

  • tax  Il ottobre 13, 2003 alle 10:07 PM

    ribellati! sputa a quella troia della luna, magari ti odierà, si oscurerà, infierirà, ti maledirà, allergherà il buco del culo e tu potrai sguazzarci dentro, felice nel nero più profondo.

  • sosetta  Il ottobre 13, 2003 alle 10:54 PM

    le ali?tarpate.

  • anonimo  Il ottobre 13, 2003 alle 11:40 PM

    mani, piedi, costato.. sei stato forse crocefisso? Ah.. la luna, è innocua. prenditi gioco di lei o limitati ad ammirarla. è questo il suo potere. Ps. , che immagine stupenda.. ‘Notte.

  • anonimo  Il ottobre 14, 2003 alle 12:12 am

    Cullo il tuo lutto stanotte. Sorella disperazione che si avvolge con manto di stelle per sfuggire al buio. Infilo le dita nel tuo costato per assicurarmi che la ferita sia vera, poi la chiudo con un filo di speranze e caldi abbracci. Quando hai raggiunto il fondo devi risalire. Lì, ti tendo la mia mano.

  • inconsapevole  Il ottobre 14, 2003 alle 12:21 am

    quello della crocifissione era un mio mess.

  • anonimo  Il ottobre 14, 2003 alle 1:53 PM

    bisognerebbe squarciare il cielo di cartapesta, che portasse lui il lutto per la terra

  • malacarne  Il ottobre 14, 2003 alle 2:03 PM

    penetrare al fondo dell’oscurità per riemergene il sogno dell’aurora. è il crepuscolo del giorno oppure della notte? mezzanina grigia, prima eravamo in cielo poi siamo caduti nel pozzo , ora aneliamo il ritorno, per poi ricadere, ancora e ancora e ancora…

  • malacarne  Il ottobre 14, 2003 alle 2:08 PM

    frammentina infatti io porto il lutto Per la luna (al posto suo). la luna è una sfera di vetro piantata al cielo di cartapesta, ma è la terra ad essere morta. me ne accorsi solo sfondando il cielo.

  • anonimo  Il ottobre 14, 2003 alle 3:05 PM

    la luna è il rimasuglio appallottolato del cielo di cartapesta sfondato, eppure il suo riflesso nel pozzo è che ciò che battezza la stoltezza l’illusionismo della terra morta 😉

  • malacarne  Il ottobre 14, 2003 alle 3:23 PM

    o forse la luna è un alone di fiato sul vetro? il mondo oltre il vetro appannato è un riflesso, un inganno, o una promessa. fisso la realtà effimera e fantasmatica della luna e non mi accorgo che il paesaggio oltre il vetro è un’illusione. :0)

  • Ameleht  Il ottobre 15, 2003 alle 2:21 PM

    fratuzzu io molti dei commenti che vengono lasciati sul tuo blog ho smesso d capirli un pò d tempo fà… invecchio e rincoglionisco

  • malacarne  Il ottobre 15, 2003 alle 2:39 PM

    fratuzzu beddu, neanch’io ma l’importante è “fare finta” è comu quannnu si canta, se la canzione è bedda ascuti e poi ti nesci la vuci ..

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