pedofili, necrofili.
urla schiumoso . il suo volto: occhi acidi e marci. Quando arrivo davanti i cancelli vedo due auto di sbieco. bloccano il senso unico. il blu ispido dei lampeggianti. chiamate dai vicini le volanti, ma immagino male: a chiamare la polizia è stato proprio lui. saprò poi.
Giòvi, solo tre squarci in faccia gli occhi e la bocca tutto un taglio. penso gridi contro la zia Poli, e penso male di nuovo.
Pedofili necrofili, non mi avrete mai!
schiuma contro suo padre. porcoddio, qui comincia l’inevitabile. e non lo ignoro, che quando comincia a piovere l’apocalisse pioverà sui giusti e sugli iniqui. mi avvicino ma suo padre mi riconosce e comincia a sbraitare : sta cosanùtele, stu malacarni, t’anno ammazzari.
ma un agente si frammette e mi chiede chi è lei?
un amico.
e allora se ne vada. il suo amico sta male.
lo vedo coglione – sto per dirgli – appunto per questo che devo restare.
ma poi me ne vado, perchè suo padre continua a sfornare spropositi che ci scippo la testa fra un po’. e poi in caserma dopo due minuti lo so che smettono di darmi del lei, appena si leggono le mie carte.
e quando arrivo a casa il telefono pare che stia smettendo di squillare. proprio la sensazione che abbia squillato tutto il tempo, da quando ho chiuso la porta alle mie spalle. vuoto e lucente mistero del mondo senza di me. apro la porta e lo sorprendo.
eccolo : ed ora? è tutto com’era prima . come se non ci fossi stato. e allora? per un attimo ho sognato di sorprendere l’ altro.
io è un altro.
Smette di suonare ed io accendo il computer per mettere un cd – non ho stereo – e mentre riprende lo squillo
io mi fiondo in vena melodia. perché è così che deve andare, sciogliersi alfine, che poi di nuovo saremo arsi.
sotto cielo precipitato . bianco e nero. così che mentre eravamo distratti il mondo è scomparso.
il mondo ha smesso di esserci per noi e noi per lui. solo catarsi. mai stanco.
invece insiste.
Pronto?
cosanùtele – esordisce- sii signalatu, e se non ci può la polizia ci pensiamu noialtri.
mi sa che non è uno scherzo per niente. Il padre di Giò .
chi minchia ci ha con me- pensi a suo figlio che sta male.
lo devi lasciare stare a mio figlio u capisti?
ed io che ci trasu? suo figlio ci ha 23 anni sa quello che fa, se ci ha bisogno d’aiuto non lo lascio in menzu a strata.
aiuto? sì a sdirrubarisi l’aiutasti ora è a Villa Sofia.
ascuta to figghiu lo conosco da due anni gli altri 21 se li è fatti con te, se ora sfasò di testa , stava a tò casa non cummia .
sto cominciando a pensare che potrebbero essere vere, le cose che ha detto Giò di lui.
te le faccio pagare a te e a d’autra cosanùtele, che l’ho denuciato per abuso della professione.
sta parlando dell’assistente sociale amico mio. forse l’unico vero.
là ssalu stari che ha cercato solo di aiutarlo.
e gli chiudo il telefono in faccia. e prima che riprenda a squillare – per una mano lo metto fuori posto – non ci ho voglia di sentire le sue minacce.
mi annoiano le sue minchiate.
e alzo il volume, meglio fondersi al biancazzurro dell’intonaco del soffitto. e proiettarmi dentro l’abisso. sciogliersi in vena una catena di estasi infinita. come catarsi. e non uscire più da queste stanze. perché fuori ci vogliono schedare. e non uscire mai più che ci vogliono imprigionare. l’istituto spalanca bocche infernali sotto i nostri piedi. ché abbiamo vite eversive. che ci vogliono riformare, che ci vogliono affogare , che ci vogliono addormentare con le flebo, in un letto d’ospedale. che ci vogliono cooptare. e farmi svernare dal mio inferno per mandarmi a vendere armi.
e allora meglio finirla qui , che tanto senza di noi il mondo è uguale, ma poi lo so che prevarrà la vita e
ne voglio ancora e
Commenti
Che vitaccia, fai!
La cosa più bella del tuo post è proprio il rigo vuoto alla fine, e giuro che questo è un complimento 🙂
reg, lo so è quello che viene dopo, lo spazio bianco da riempire, che importa, andare avanti comunque, anche se il mondo senza di me è come se non ci fossi mai stato, me ne fotto. povero stefano, dici? non lo so, vivo questa e ti dirò una cosa, non la cambierei con la tua…
bel post macacarni. l’immagine del telefono la conosco anch’io.. ma cosa vuol dire cosanutele? me ne vado per un’idea? 🙂 ..
significa pezzicannavazzu (cosanutele = cosa inutile- pezza di strofinaccio, ommimmerda direte voi), ora lo correggo, mi sa che non si capisce na minchia di quello che ho scritto)
ora è peggio…..
si capisce, si capisce, al limite metti un dizionarietto di fianco prima dell’archivio, come nei libri di Camilleri.
mi hanno regalato un libro du prufissuri camilleri, l’ho letto sul treno mentre andavo a Reggio , una trentina di pagine poi ho mollato, c’era montalbano che voleva lasciare la polizia perchè scoraggiato da quello che i suoi colleghi hanno fatto a genova, spaccare teste dei no-global notte tempore, insomma cominciava bene, poi il commissario si è trovato a mollo accanto un cadavere e l’ha portato a riva legandolo con il costume ad una caviglia, (che schifo) , appena uscito dall’acua tutto nudo e col cadavere strascinato , gli hanno dato un sacco di mazzate due vecchietti milanesi in vacanza in sicilia con tanto di pistola nel costume, insomma poi è diventata na cosa gia-lletta…e non l’ho finito di leggere…vabbè a me ste sciasciate non è che mi piacciano granchè , non èp che mi faccia gran simpatia la zia Poli…- come minchia si chiam, non trovo il libro mi sa che l’ho lasciato in treno…non saprò mai come finisce…
fratè… ho raccolto diversi vaffanculo con l’oroscopo, ma la tentazione di farlo era troppo forte…
Che male…
P.S:
Neanche a me piacciono i libri con i poliziotti buoni, e sono la maggioranza dei gialli – noir – polizieschi. Secondo me l’unico che mette ognuno al suo posto è Carlotto (e ci credo, con quello che ha passato…).
ecco.. si era meglio prima. era bellissima quella espressione anche se non capivo il significato.. sai cos’è? se tu avessi messo l’accento sulla ù ci sarei arrivato da solo. io leggevo cosanutèle, e non cosanùtele. qui diciamo omm’ ‘e nient’ .. 🙂
anche secondo me sarebbe bastato l’accento per capire il senso della parola.perchè tanti rimaneggiamenti? quando lo fai finisci per ripetere le frasi-chiave dell’opera…
quello è Rimbaud, o sbaglio? ..
Oui, sua maestà RImbaud. Ma sono venuto qui per leggere Porno e me ne vado soddisfatto…
hilde, hai ragione sul fatto che appena comincio le correzzioni tendo all’astratto e ripeto le mie ossessioni (grazie per l’opera , ma davvero è eccessivo, mi fido del tuo consiglio e ora le tolgo) che dolore la foto del Traditore (l’hai capita solo tu mi sa la frase sullo svernare, per questo mi fido del tuo consiglio;)
😉
il siciliano è sempre il siciliano!
sucandotelo con affetto ed ardore!
:*
una monella ardita;)) su la vucca sapurita c’è lu meli chiù schiusitu suca sucalu ca veni…
god bless sucalora
non lo so. avrei dovuto scrivere prima. partire da altro anche. ma quest’inizo da il senso di me esattamente come lò darà , tra breve, la fine di questo messaggio.
non sono di passaggio, non lo sono mai stato. ho solo avuto una giornata particolare credo.
velvet
god bless sucaroli
(minchiacheppazienza! è un onore, bacio le mani!)
u malu chifarri (come lo traduco , è quando uno non ha di meglio da fare e fa cose oziose, ecco u malu chiffari è l’oziosità devo chiedere ad ameleht come lo tradurrebbe…)
bello lisergico questo blog, bello proprio.
mia madre direbbe: “la menga fat’ka puttèin” :))
significa u malu chiffari? quello che ci ho io quando mi metto a giocare con il template a muzzo cioè alla cazzo di cane? ecco questo è il malu chiffari un’ora a perdere tempo con sta foto e ora mi sono accorto che manca la scritta che spiega che cozza è sto cosoblog, notte…
nessun comento sul font tipo neve , fa cagare lo so…
ahahah bellissimo il flyer ;)… e allora, “malucchiffari”: come per molti modi di dire dialettali non ha il suo vero e proprio corrispondente in italiano; a me è venuto in mente “indolenza”, anche se non mi convince tantissimo… dei wolfgang press non ho mai sentito nulla, non saprei dirti (mò mi metto a scaricare qualcosa, ti dirò), cmq se t può essere utile per le tue ricerche, questa è la loro discografia (EP a parte):
the burden of mules (’83)
The Legendary Wolfgang Press and Other Tall Stories (85)
Standing Up Straight (’86)Bird Wood Cage (’88)Queer (’91, leggo che si tratta del loro peggiore)Funky Little Demons (’95, best of)
bello questo racconto, anche questo, di solito passo e non lascio commenti chè i racconti si commentano da soli, e comunque non è lavoro mio… è bella questa tua palermo. (qualche anno fa sono stato tre giorni lì per poi girare la sicilia, il primo mi hanno ripulito la macchina con tutti i bagagli. un lavoro da signori, appena un piccolo foro accanto alla serratura. qualche tempo fa la macchina me l’hanno aperta a la spezia, hanno sventrato la portiera, e non hanno rubato niente. mi piacerebbe attribuire a questa differenza un valore metaforico). ah, i wolfgang press li vidi in concerto a firenze nell’86, facevano da spalla ai grandi jesus and mary chain, ma di loro non ho un ricordo nitido… da qualche parte ho la cassetta del concerto, ora mi metto a cercarla… buona notte, malacÃ
grazie tesro, sei sempre il mio siciliano preferito… io ti amo ancora!
Vedo che ormai ti diverti da morire nel modificare le immagini:)) Si, cosa dirti.E’ stato un momento di eiaculazione mentale.La cosa migliore e farmelo,godere dei momenti passati insieme e non aspettarmi niente,assolutamente niente da nessuno(l’altra notte mi ha fatto urlare dal piacere,pensavo di morire).Si, ultimamente sono un po logorrorroico:)) ma credo che per scrivere peggio di te mi dovrò impegnare :)))) Scherzo.
ehehe dankino, intendevo peggio di me quanto a numero di parole ;)) grazie fratuzzu , in effetti u maluchiffari non è proprio indolenza al massimo è conseguenza di indolenza e oziosità , è proprio fare cose oziose e inutili, ma non c’è corrispondente, la nostra lingua è troppo superiore all’italiano ehehe;)) salve alderano , lo so a palermo c’è una certa discrezione malavitosa, un esempio, se vai in stazione centrale è difficile incontri qualcuno che vuol venderti qualcosa per farti il pacco, e non troverai una madre di famiglia che vende cd o roba truffaldina in piazza, non sarebbe dignitoso, qui le fanno vendere ai neri, magari vendendogli il marciapiede (u pizzu puru pi chistu) , a Napoli, mi scioccai nel vedere una signora in pelliccia che vendeva cd falsi e roba playstation etc con banchetto tipo marocchino, e a piazza garibaldi ogni due passi vogliono farti il pacco come nei film , e la cosa assurda è che se ci sono vuol dire che li fanno! a proposito c’è una cosa che non ho ancora raccontato successa a due mie commilitoni quand’ero militare, non l’ho raccontata perchè è talmente stupida e banale , scontata, che sembra inventata (a differenza di questo resoconto che purtroppo è vero e domani scrivo come è finita , non è finita, con giovi), questo per dirti che non è proprio un “racconto” ma un resoconto , cioè alla fine quello che c’è scritto sul template: il mio diario. quando invento, invece, avverto sempre, scrivo che si tratta di una favola o cito la fonte. comunque sta cosa : siamo a piazza garibaldi, arrivati col bus da Avellino, dove facciamo il car. sto con giuseppe ed elia , giriamo un po’ per la città fino al Maschio , tanto entriamo gratis (ma poi non mi ricordo di niente che ho visto, solo il mare sul terrazzo ed una bellissima porta enorme appoggiata al muro intaglata e che temo possa cadere in rovina come i muri di pompei ed ercolano. tenuta in piedi da un qualche segno irrintracciabile. è tutto così bello e caduco , così eterno perchè caduco, che potrei sondare il cielo coi miei occhi e vedere il vero volto della luce. ma poi scendiamo e torniamo in centro, la galleria a me sembra più bella di quella di milano, ma poi forse ricordo male e poi è che odio quella città , e allora scivoliamo che voglio vedere una istallazione di luce a piazza del plebiscito ed infine siamo ancora in piazza garibaldi, aspettiamo il bus per tornare in caserma, giuseppe è un po’ ciccio e stremato dal marciare io ed elia belli freschi va bo’ ma poi l’ultimo bus è troppo tardi arriveremmo dopo il contrappello , ed il treno arriva troppo distante dalla caserma mi dicono, in realtà non vedrò mai la stazione di avellino, arrivavo sempre a salerno e poi il bus. mangiamo una pizza coi bordi di ostia in una trattoria da militari, la differenza fra la pizza sicula e quella partenopea devono essere i bordi , i nostri sono cicciottelli e unti d’olio, quelle mangiate a napoli avevano bordi secchi e trasparenti come ostie, ma poi a salerno invece in un ristorante decente elio mi offrì una pizza assurda coi porcini che credo ci dovrebbero dare un premio a sto posto. e comunque aspettiamo a piazza garibaldi sta corriera per avellino vuol dir sempre avanti , e siccome giuseppe ed elia ci hanno lu maluchiffari comnciano a passeggiare fra borsaioli e venditori di cellulari , io siccome riconosco le facce pulite dei truffatori, e le mani effeminate dei borsaioli, dico ai due, andiamo dentro la stazione, in realtà ci ho voglia di farmi fare un pompino prima di rientrare in caserma ed allora l’unica è andare nei cessi, ci sarà certo qualche frocio. ma quelli cominciano a perdere tempo con venditori di cellulari 50.mila un ultimo modello motorola, lascia perdere, gli dico, t’incula, il tipo mi guarda male, e fa occhio agli amici suoi, insomma cazzi loro, io te l’ho detto, e vado alla stazione ma prima di andare elia mi chiede di prestargli 30 euro che deve comprare una cosa, gli dico non venire a piangere poi e non mi dire che non ce li hai in caserma che ti scanno, che lo so che ti vuoi fare impaccare , e lui, ma che dici, no. gli dò i trenta e vado nei cessi. quando esco i due li trovo che ridacchiano furbetti. meravigliosi, dicono, un affare, me li sono fatti mettere nella scatola, c’è la polizia, mi fa elia spaventato, e lì capisco che non c’è niente da fare, che lui è un fessacchiotto e non potrà mai essere quello che lui vorrebbe, e allora entrano in una di quelle cabine per fare le foto ed aprono le scatole dove hanno messo i cellurari , tutti spaventati perchè credono di avere comprato roba rubata, i venditori dentro i pacchi, sono curioso di sapere cosa hanno messo. una bottiglietta d’acqua. giuseppe sta quasi per piangere, io ridacchio, gli hanno fregato 40.000 a testa. ma porcoddio gli dico sull’autobus , no li vedete i film, ve l’ho detto, loro non capiscono quand’è che hanno cambiato il pacco , sotto i loro occhi, sono professionisti i napoletani, mica sprovveduti come voi. mi fanno giurare sull’amicizia che non dirò a nessuno sta cosa (ora non vale più perchè il problema era dirlo in caserma , dove li avrebbero presi per il culo all’infinito). e siamo rientrati. (poi lo racconto meglio)
grande concorso fammi iltemplate che sono un povero sprovveduto. questo me l’ha fatto livefast;) tnx
grande concorso fammiltemplate che sono un povero sprovveduto. questa la proposta indecente di livefast;)) tnx
(premi in natura ehehe;) qui le altre proposte :
bello il nuovo header! a quando il prossimo resoconto? sai che lo stile che hai usato per quello sui tuoi commilitoni mi piace molto? eh, i pacchi napoletani… sono dei veri professionisti, hai ragione!
tanti auguri… a metà post mi facevano male gi occhi… cmq splendido blog…?!
mi sa che lo scrivo accussì per ora com’è uscito a tipo flussso consciusnesso, e poi si vede quando ci ho tempo lo aggiusto( ci faccio un po’ di solite correzzioni:)…e la cosa di giovi la scivo poi ….