la notte negrissima soffia violenta e piove sopra il tetto trasparente
soffitta lussuosa in rue Emile Gossart
saturo di se stessa pricipessa, sculetta, non cessa il gemito ed il sussulto ogni qual volta il suo culaccio alla viacolvento mi sfiora
il tipo niger upper class con lenzuola versace home o etro o non so quale disfunzione anale non parla una parola di francese perche’ per cinque anni qui a bruxelles non ne ha avuto bisogno e non vede ragione,
a culo a ponte cosi’ decisamente pricipessa che mi devo cantare un chant d’amour di coltelli e marinai per avere un’erezione,
e capisco che questa e’ l’inizio della fine
e poi vuole due coccole e gia’ dorme ed io mi alzo vado a pisciare, mi fumo tre tiri alla finesta tutto nudo sotto il giubbotto da neve
e
nel mattino croccante io sono andato
avvolto in una sciarpa nera ed un giubotto sporchi di fumo e polvere,
ed era soltanto stamani, credo
cenere alla cenere,
ieri due giorni fa il giorno e la notte colano labirintici uno dentro l’altro tornano indietro,
dormo e mangio cosi’ poco che ho perso tre chili e tutto sembra leggero e trasparente,
croccante come l’aria del mattino, dovrei farmi analizzare
oppure sciogliermi al vento
oppure sciogliermi al vento
e scivolo dentro me stesso cosi’ in fondo che
oppure sciogliermi al vento
(sotto le dita é gennaio, dentro un tram da Gossart a Annessens, lascio la negra nella sua lussuosa soffitta con tetto vetrato;
io posso aiutarti, mi dice, come se fossi una marchetta qualsiasi
infatti invece)
non preoccuparti che le cose cambiano
dice,
si’, penso , come per i miei amici, le cose cambiano
questo il tempo che fa nel mio petto
oppure sciogliermi al vento
due giorni con Bobby lunedi o domenica mi mostra le foto, dorme da me poi io da lui non so fotografo tossicomane , gira la notte con un coltello sotto il mezzoguanto, vestito di stracci
credo in cerca di etero che lo violentino, per poi colpirli,
e vendicarsi
tossico come l’apocalisse,
gli caccio il cazzo con forza e gli sborro dentro la gola a profondita’ da cui germoglia il suo canto di amore sotto i miei calci non mi implora sorride, mi sfida, che ne vuole ancora
e lo colpisco sul cazzo finche’ non perde l’erezione,
e vuole essere violentato, io non lo ignoro
e
nel mattino croccante e trasparente come una pellicola sotto le mie dita e’ gennaio i giorni piano piano rallentano e impercettibilmente tornano indietro
e mi é del tutto chiaro che io
avvolto in una sciarpa nera sorrido al controllore perche’ oramai mi e’ chiara la ragione
_ forte e chiaro come un colpo di pistola_
per cui sono venuto qui
un chant d’amour
e
morire tu splendore dei sensi sciolti
nei venti