Parigi Gay pride
(remix)
mare di vaghezza, sdraiato al bordo della piscina azzurra al neon sono in down, allucino una qualche sostanza, muovo le mie ali riflesse negli specchi.
Salgo e scendo in onde melodiche.
Traverso il mio precipite, stupefacente –senza mediazione ne’ rimedio- essere celigeno.
Nel parking sotterraneo – luci psicopatiche oscillano indefesse, come mai stanche stelle alogene, mentre la musica classica filodiffusa avvolge il lycra bianco degli slip, e tutto volge a rispecchiarmi negli abissi;
Apro il cofano della saab decapottabile, strappo le mie ali sintetiche, metto una t-shirt qualsiasi in poliestere cotonatissimo che tanto togliero’ subito appena dentro la discoteca, cambio l’acqua all’augello in un angolo pestilenziale, deposito la sacca con le mie cose e chiudo il cofano.
Il computer di bordo segnala che non e’ serrato, troppa roba che deborda; metto un cd ipnotico mentre aspetto che gli altri siano pronti, e infine riemergiamo.
Prendo una "bomba" da spartire in due con J. e sono acceso e sublimato.
turn on.
Boulevard Sebastopol , spleen ideale: prima durante e dopo siamo alla gay pride sul Boulevard Saint Germain, una lesbica sopra la fermata del bus danza con amici, alza le braccia al cielo e vedo il moncherino che ha al posto di una delle mani
J dice che se l’e’ fatta staccare apposta, ma non gli credo.
Du cöté des Guermantes, distribuiamo i flyers della sauna vestiti da prete-suora-cardinale-richelieu-papa cazzi e i papa ratzi tutti a fotografarci.
Ed io ho due ali d’angelo atroci anchilosate e vorrei volare e non posso, in questa valle, che avallare la mia post-umanita’.
Dal Depot alla sauna Sun city, non usciamo piu’ da un labirinto, entro ed esco dalle cabine, poi guardo un orologio che mi indica le 8.35 del mattino di una domenica parigina mentre tutti dormono dentro le cabine sudate e sborrate della sauna ed io non posso spegnermi.
Troppo speed.
Mi chiudo dentro una cabina , sdraiato sul plastico materassino come dentro la prigione di una stazione spaziale, guardo un piccolo schermo distribuire fellatio e sado maso, e quando l’effetto dello speed scende il mio cazzo sale,diventa duro, ho voglia:
Ritento i labirinti, ma non c’e’ nessuno in giro, rientro in una cabina mi faccio una sega che dura penso 4h, o per lo meno ho visto 4volte lo stesso porno, e’ sempre lo stesso porno.
Sborro infine e sono
spento.
apro gli occhi, trasudo pvc dai pori esplosi
Accendimi.
ho il cazzo irritato dalla lunga sega e kitch e merda e neve da presepe dentro i cessi alla turca del Depot, trash nel sangue ed ho preso troppo speed che mi impedisce di venire e mi smoscia il cazzo ed allora, dovrei viagrarmi, ma ho sniffato popper ed insieme potrei avere una crisi cardiaca,
Ghb.
TURN ON.
Pas la peine_dico al tipo_peux pas baiser pour l’instant.
traverso il mio, mai pago di resurrezione, essere cielo lacero.
ho ali d’angelo ma Tu non puoi vedermi.
Non alcool con ghb
"ghb+alchool= death"
Sta scritto sui muri del depot
"viagra+popper = death"
Non puoi vedermi tormentare i nubifragi, e l’ombra mi ristora, chiuso dentro una cabina del Depot, come nelle segrete di un vascello spaziale.
Esorbitiamo.
Quanta luce, spot tricolore cangiante, al bordo di una piscina appestata da piante rampicanti di plastica viva
e non ricordo quando e come sia arrivato qui ,e ancora e sempre
per quale minchia di ragione
se ne esiste una.
di plastica viva e chimica come i miei frartelli,le mie vene nere, nella mia mala carne scorre petrolio.
La mia generazione in PVC/ Plastica Viva e Chimica.
Se solo mi potessi
vedere
tormentare i nubifragi
con le mie ali anchilosate lacero la tapezzeria del cielo.
turn off
eppure sono vivo condensato.
Respiro luce.