Archivi del mese: agosto 2005

preghiamo:
vedo che giunge la divina apocalisse e con mani cassandre ecco l’annuncio
Bruxelles, IL dolore
quando il dolore inizia a lacerare, mi avvolgo nel sudario sporco della sindone dei corpi di tutti gli uomini passati e allora la tentazione della Notte mi avvelena e mi ristora. faccio un sogno in cui tutti i miei nemici vengono a vendicarsi e con mani di lame
e con mani di lame atroci e sottili mi aprono il costato. squarcio gli occhi al mondo sono le cinque sul display del mio telefonino quando lo accendo e giù; alcuni messaggi arrivano corpi che vogliono essere saziati i lupi fuori attendono con fauci di bave.
Non avrei dovuto porre l’annuncio on line, mi dico, ma poi le viscere fanno un altro giro ho voglia di gridare e non posso.
mi avvolgo ancor di più nel lenzuolo e scivolo dentro la notte, ma poi attraverso i vetri sporchi che sfondano la facciata di questa stanza entra una catastrofe di luce ed io dico di sì al mondo e mi alzo.
Vesto una tuta ed esco:indosso una faccia qualsiasi, una corona di sudore sulla fronte.
preghiamo.
Il fascino dell’ombra
Quando comincia il dolore io esito se sprofondare o risorgere, mi avvolgo nel sudario color dell’ombra mentre QUALCOSA mi FA SEGNO in lontananza.
Non uscirò mai più; da questa stanza. Eppure.
5a.m.
alle cinque del mattino il dolore mi sveglia, i nemici indietreggiano al fondo della stanza come ragni negli angoli. il disastro della luce che trafora la stanza si sta incastonando lentamente per fabbricare la fuori il giorno. avrei dovuto cedere all’incanto di scendere con occhi dritti nell’ombra. mi vesto di una t-shirt e una tuta, esco nel labirinto di sterili viuzze nell’alba tortuosa.
Conosco le stradine che rue du Chasseur portano all’Hopital Caesar de Paepe. per mostrare la mia ferita nascosta.
Mala-sanità
; al pronto "soccorso" vogliono documenti belgi altrimenti il Caronte alla porta non ti da il foglio d’ingresso e ti lascia morire sul marciapiedi sbadigliandoti un bolo di sandwich in faccia. esco la mia carta igienica rilasciata dal Comune di Bruxelles grazie a un foglio che attesta che ricevo soldi dall’italia, ma non ho la carta della cassa mutua belga. Il caronte vuole il suo obolo ma lo mando affanculo e gli dico che porcodio ho bisogno di vedere un dottore e lui, per evitare scandalo mi lascia traghettare.
matrioske
una serie di infermiere entra mi fa domande quando iniziò il dolore (io non lo posso ricordare) quale la causa, se sono assicurato, se ho la mutuelle, qui in belgio, mi scoprono il ventre le mie serpisi nascondono dentro l’ombelico, mi ridomandano se sono assicurato e dunque non possono vedere la mia ferita. Infine arriva una bella dottoressa ancheggiante con accento e faccia congobelga, mi rivolge le medesime domande del matrioskato, leggendole, stavolte, da un foglio, vous etes arrivé ici comment? est-ce vous avez une Mutuelle? Le infermiere nel frattempo sono rientrate le une dentro le altre e lei mi lascia solo sul lettino dicendo: adesso deve attendere un po’:[]

camminerai sopra le acque

est deus in nobis

Anversa, NaviGaytion

fluttua, la barca esce dal porto di Anversa, fa un giro sul Kanaalwee, poi rientra; danziamo sopra le acque torbide del canale e non sappiamo il fine,

di questo breve viaggio.

una generazione dolce e gabbana, occhi esorbitati schermati da occhiali gucci, sfila sopra il ponte della nave e ignora di non essere viva che per miraggio. quando la nave parte e quando rientra la gente grida, per annunciare la gioia di cominciare, grida che non vuole finire

che non vuole

finire.

Vim mi chiede d’un fiato: vieni stasera al Red’n Blu facciamo afther al Roots, poi andiamo a Bruxelles, alle 11 andiamo a riposarci in sauna poi c’e’ La Demence, ma non prima delle tre, perche’ senno’ c’e’ cosi’ tanta gente che piove sudore dal tetto e poi andiamo a fare l’afther a

dico si’ a tutto

si’ 

sorrido, sono in onda.

ma questa danza e’ macabra.

Sono vestito da marinaio, D. da pirata, in questo gioco fra circus e circuit , questa danza e’ macabra, respiro la brezza eppure, in superficie, questo freddo mi consola:

questo e’ il primo giorno del resto della mia vita.

guardo dietro di noi la scia schiumosa richiudersi ed annunciare il mistero glorioso:

le acque si quetano ed e’ come

NON FOSSIMO MAI STATI  LI’

nessuna traccia del nostro passaggio;

scendiamo a terra, glisso fra la ressa, sotto un castelletto ancora un palco ed altri fantasmi ballano.

quando l’estasi scema vedo i corpi decomporsi alla luce.

mi accosto alla banchina, su di una panca un altro me seduto, guarda un orizzonte troppo vicino

questo e’ il primo giorno del resto della mia vita,

passiamo a casa di Vim a cambiarci, sniffiamo coca, dimentichiamo di fare la doccia, ma tanto questi corpi sono un accessorio per lo chanel platinum,

per scale e segrete mi trovo a traversare sale di luci e camere oscure, al Black hole, (come ci sono finito?) un tipo mi dice hello come e’ finita poi con quella cosa

ed io non ricordo

chi sia lui di che parli e soprattutto

se la luce fioca al fondo di questa tana sia l’uscita o un altro tranello

un fuoco fatuo.

poi mi fa capire che si tratta di un cliente, che era quello che voleva una cosa a tre con piscio e scudiscio,

gli dico ah certo richiamami subito-dopo-il weekend, diciamo martedi’

sa gia’ quanto chiedo per quello che vuole. 

una lunula elettrica sugli alberi di questo vascello fantasma

 che importa se i venti cessano, questa barca non ha vele da spiegare, niente da spiegare

eppure

 fluttua.