Archivi del mese: dicembre 2005

Il tempo che su tutto governa

ha già dato la soluzione, tuo malgrado

Sofocle

Il cielo mielato dell’alba, esco da un androne dove le mie suole hanno lasciato sgommate nere, tracce di me, prove che dissemino vivendo per confondere le piste.

Sullo scrittoio, accanto al pc portatile perennemente su gaydar, penne ordinate in un barattolo francamente design, un calendario perpetuo in stile marinaro,da stanzetta di figlio di ricchi, un disco dorato piantato al centro su di un supporto in legno color ciliegia, mi informa che il 21 luglio 2036 sarà di nuovo Lunedi. Il cliente ha indosso una tuta da ginnastica adidas blu notte con le striscette bianche al polpaccio esattamente come le mie.

"Le profezie" dice Rosario, uscendo dalla tasca delle patacche per giocare con le figurine dei calciatori,"sono delle zie che fanno le maestre", e detto questo mostra solo un paio di scudetti di squadre di serie B, e altre rarità, per impressionare gli altri, non me cui non frega un cazzo della Roma.

Inutile esitare sui sentieri, essi sanno dove portarti.

Il cliente ha quarant’anni, e neanche tanto male, calvo o rasato se si preferisce, e scarpe da ginnasta puma, un corpo allenato o anabolizzato, tanto i tempi sono cambiati e tutto sfuma nel labirinto.

Mi chiede di fare la doccia insieme, domando un "supplemento doccia"- una notte con Gianfleur decidemmo di tatuarci un listino prezzi sul petto, poi l’idea passo’ col delirio e non se ne fece niente, soprattutto per via dell’inflazione, e poi stava per entrare in vigore l’euro – sul letto vuol fatto un massaggio, e pure questo andrebbe fatturato, anche se Bobby dice che sono very chip, chiedendo 50euro a Bruxelles per un massaggio completo, sesso escluso. A Paris il doppio; ma poi tutto involve in un fottimi-sono-la-tua-troia, e si infila un paio di mutandine di pizzo color carne (sic), cosi’ capisco che devo giocare a fondo la carta dell’etero arrapato che in mancanza di una figa e di denaro é disposto ad infilarsi un tacco a spillo in culo pur di dire che é attratto dalle donne.

E solo allora mi domanda di dormire da lui, optando per un forfait notte.

Rosario, un tic nervoso all’occhio ogni qual volta don Gino grida, poi esce le sue figurine vecchissime passate di mano in mano vinte giocando a soffietto o a patacche e gli altri sgranano gli occhi poi mi comunica quel che ha appreso oggi durante la lezione e cioé che "un problema insolubile non si risolve lavandosene le mani", nessuno capisce che lo dice per impressionarmi con le uniche figurine che possano interessarmi, e allora nessuno si stupisce affatto quando parte dall’istituto, e c’e’ chi dice che se lo sono adottato, ma la maggior parte crede per niente alle fiabe, é che sta in manicomio.

sulla parete opposta al letto uno specchio ci sdoppia e moltiplica l’orrore delle sue mutande di pizzo color carne, ma poi se le toglie e sfumiamo nella parete, sfiguro i contorni .

Indosso un levis stinto e infilo un maglione il giubotto tutto il necessario per quest’alba spietata mielata di

Un poster di Bacon traversando l’ingresso, la porta si apre da sola e quando la chiudo me la chiudo in faccia non alle spalle, e soltanto quando sono nell’androne mi avvedo che ho indosso pantaloni non m, ed ora uscendo, che le mie suole nuove di scarpe vecchie han lasciato tracce di gomma sul marmo a terra ieri notte entrandoche la mia tuta da ginnastica adidas é rimasta a casa del tipo con tutte e tre le striscette bianche-grige di sporco, e che forse tutto questo é gia’ accaduto.

Bisognerebbe risalire e controllare nell’armadio o sotto il letto o sulle sedie, o chissa’ in bagno, per sapere quante tute uguali possiede.

E se fossero tre? O piu’?

Il calendario perpetuo sopra lo scrittorio mi aveva avvertito.

Rosario la sera a mensa mi dice con aria cospiratoria: non staro’ qui a lungo, non mi manchera’ nessuno, malaca’ , neanche tu, ma non posso sopportare l’idea che quando chiameranno l’appello, risultero’ definitivamente assente.

nel mattino mielato gelido d’alba, lasciando tracce nere di me sgommate sul marmo, ed un ricordo d’infanzia nell’androne di un edificio dove non so piu’ quante volte sia stato, esco quasi sollevato dal pensiero che il 21 luglio del 2036 sara’ di nuovo Lunedi’.

 

Parigi ora:

Regina noctis

1/3

nella notte invertebrata, il parco amebico rami elettrici di neve ormai solo immaginata, e lampioni vecchio stile, come puttane ottocentesche , un manto nero nell’aria croccante inattesa si frantuma al respirarla;

un passo davanti l’altro, la Maifer esce dal fosco del bois de boulogne, segue una linea obliqua che ipotizza tracciata per terra, e la ipnotizza nel tragitto dal parco al boulevard dove quelle coi documenti lavorano in fila rada;

nel taxi io e JC e Karim Tu-kiffes-la-Caillera,ascoltiamo il bofonchiare di voci acide, traversare il centro , dall’alto dei cieli dallaltodeicieli nera precipita luce e qualche vetro acceso dei palazzi burocratici;

gli uffici abbandonati per la notte surrurranti di fax da tokio o sidney o chissa’ nuova york, i fogli in plichi scricchiolanti impercettibile il respiro delle cose, io lo sento anche da qui;

il respiro delle pagine scritte e l’agonia dei cestini e poi i post-it appesi ai computer e tutto quello che posso solo immaginare, un portafortuna sulla scrivania, una foto un ombrello una sciarpa dimenticata, la fantastica vita dei burocrati e degli impiegati svolazzanti on-line a spese della azienda in ore d’ufficio, come una scritta exit un buco sul tetto, e allora se mi leggi, sfonda il soffitto e seguimi

lascia tutto: solo  macerie e miserie.

e

Mi sono andata ad operare dice la Maifer alla Ginger, aprendo la pelliccia sul doppio paio di mutandine e 7 paia di collant che indossa contro il freddo e i rovi in fiamme del bosco, nel caso in cui debba scappare alla polizia, soprattutto al Fabian, il maledetto.

Si é tirata giu’ tutto immagino, calze e slip, per stirarsi la pelle del prepuzio sin tra le natichelo scroto bipartito coperto e serrato dalle mutandine a simulare una vulva sterile.

tanto dramma per niente, dice la Ginger, che poi vogliono tutti il cazzo

Io JC e Karim-tu-kiffe traversiamo il bosco con una compravendita di schede telefoniche internazionali, tipo 65 carte latino o roba cosi’, e poi 13 bottiglie di whisky 4 a testa nello zaino una che ci passiamo eucaristici a turno un  sorso contro il freddo sanguisdomini e la porcavita e dopo dieci minuti uno canticchia l’altro piscia contro un albero fischiettando ed io mi sto raccontando una storia , lo stesso romanzo porno che dura da anni ormai, aspettando che finiscano i venti.

Malasangre, mi dice JC, andiamo che ti presento la Maifer, ma più hija de puta delle traveste ecuatoriane,

Malacarne in spagnolo si dice Malasangre; la sangre por ustedes.

la puta baratta della maifer scimmiotta un po’, poi si compra una scheda per chiamare il marito e una bottiglia, e noi ci allontaniamo un po’.

Quedamonos aqui por veer que passa, esta noche las ladronas se paran todas juntas. 

las ladronas sono in fila sul boulevard, quasi tutte han documenti, la Maifer dice alla Ginger, andiamo, tu metti la faccia io metto la mano;

le altre seminude o nude nel parco con cazzo posticcio e stivali e chiome schiumose di brine o regine o regine indecenti, e con stivali di fango ninfano nel bosco de Boulogne: a questo serve il whisky, nel gelido annerirsi dei sentieri.

con chiome schiumose di brine

o regine

n e l   g e l i d o  a n n e r i r s i  d e i   s e n t i e r i

o regina noctis