1. Londra, piume di cuscino gialle di tempo e sudore,
mi sveglio alle due del pomeriggio, ho vomitato tutta la notte in un sudario di morte
e fuori c’é il solito disastro di pioggia infinita.
la notte la mia ferita segreta ha sanguinato mi sono svegliato in un sudario di angoscia e tremavo di freddo e fame ma avevo solo un sandwich rubato ieri al First out ed ho vomitato subito dopo. bevo acqua del Tamigi dal rubinetto e torno a letto.
2. vorrei gettarmi giù dal tetto delle torri di cristallo di Vauxhall, giù nel Tamigi. fluttuare come un arbusto strappato alle sponde.
3. sul balcone-corridoio ballatoio della casa popolare gli scarafaggi equilibristi sui fili di ferro per stendere i panni. ma tanto li mettiamo sui termosifoni, i panni,
4. la moquette puzza di sudore piscio piedi sporchi gatti morti da un anno, pioggia, lacrime, formaggi, alimenti per i poveri, panni sporchi, scarafaggi pestati a morte.
5. come catena perpetua che scivola sul piano inclinato, ed io mi preparo per affrontare ancora e sempre
questa luce grigia.
6. cammino sino alla fermata dell’autobus che mi conduce fino alla fermata della metro che mi conduce sino a Tottenham Court Road
7. le scale mobili come ramoscelli d’arbusti attaccati da fiumi di formiche, brulicano come terre equatoriali e vanno in panne.
8. appena arrivo il disastro di piatti e terrine di plastica sporche di frociate vegan-del bar ristoriante Lesbo-vegetariano "First Out" mi attendono nel tinello.
9. I topi nell’intercapedine hanno una tana avvelenata, il topo oscilla e crepa sotto la cucina, il cuoco dice: non posso smettere adesso, lo cercherete dopo.
10. e noi catena di montaggio can I help you? lavo i piatti, servo i piatti, lavo i piatti servo i piatti pulisco i cessi, lavo a terra
ed é subito sera.
12. esco dal locale saluto e gli altri vanno via, faccio il giro dell’isolato e torno indietro a riprendere i sandwich lasciati sul cornicione davanti la porta del locale: li lasciano li’ per i poveri.
13. nel tunnel di tottenham court road che scende alla metro lascio un panino ad un barbone e tengo l’altro per me.
14. Prendo la metro che mi porta alla fermata del bus che mi porta sulle scale macere di pioggia di casa, gli scarafaggi equilibristi sui fili
15. io mi getto sul letto abbraccio il cuscino giallo di piume e sudore e rosso di vomito e sangue vorrei gettarmi dalle torri di cristallo di Vauxhall. mi sono tagliuzzato le braccia non so come, domani dovro’ mettere maniche lunghe al lavoro, che disastro per lavare i piatti e questi segni graffi e tagli .
dalle torri di cristallo di Vauxhall che guardano il Tamigi fluttuare dalle terrazze,
delle terrazze aperte sul fiume nero che lento come l’abisso ingorga il mio male.
0. con sguardo fisso dentro l’abisso, sangue marcio d’anima ingorga senza fine noi ammaliati, muti, guardiamo impotenti che giunge divina apocalissi: macchie di sangue sui polsi