Nudo e vergine all’altare io feticcio meticciato col desiderio di morte;
comincio a caricare casse, ho solo le scarpe da ginnastica e una teca trasparente in mano, e dentro una strana lucertola imbalsamata,
Il tipo vuole un fantasma di caricatore nudo la schiena sgocciola dopo un quarto d’ora e il suo atelier a Porte de Clichy olezza d’olio e formaldeide e naftalina e alcool e merda.
la mia sulla tela
Le pareti chiazzate di rosso raccontano troppo o troppo poco ?
Sposto le casse piene di quadri e mostri imbalsamati lucertole con code di volpe e volpi con denti di giaguaro e pezzi anatomici di ceramica smaltata.
Il cazzo barzotto di viagra perché il grosso porco artistoide imbalsamatore abbia una chanse di prenderla in culo ;
nel fondo del suo culo d’artista quotato
c’est de la merde bon sang, te rends pas compte, conard?
Le foto scattano flash di me ombra nella notte le finestre schermate e la porta blindata e il capannone industriale abbandonato adattato ad atelier d’artiste;
Il servizio fotografico me lo paghi a parte :
In una c’é solo un piede, nell’altra un orecchio
Mi sta vivisezionando per puzzlelarmi con altre vittime
La notte semina misteri ed io svengo di lava in vena
vengo fluido e spesso sulla sua tela bianca
anche quest’opera é esposta
anch’ essa gratuita e con un prezzo nascosto altissimo
come la vita
Parigi lungo il sedicesimo le facciate sontuose dicono amami, poi arrivo al 17 e salgo su per i cinque piani a chiocciola di legno fradicio e nella micro-stanzetta otto metri quadri col cesso alla turca sul pianerottolo da cameriera nubile vestita a lutto nei giorni di festa, guardo le case sfacciate di lusso della puttana borghese e dico
Parigi val bene una messa
e che mangino croissant
Che non sia quella del mio funerale.
en ce cas-là
adieu, bande d’enfoiré