dal mio loculo templare
in rue charlot,
9 metri quadri irti di chiodi e spine
la tetra luce penetra secreta,
riflessa contro il muro di fronte,
neanche una siepe. una lastra di cemento il mio sepolcro
cupo oltre le sbarre – odore di latrine
e candeggina.
come da bocche di lupo oltre le barre atroci mostra le fauci,
la poca luce grigia la mattina
sbrana il cuore e i suoi archivi.
abbraccio tutti i fantasmi
all’infinito
se solo da questa gabbia potessi immaginare
oltre il muro
il mare