Archivi del mese: febbraio 2013

riflettersi

il cliente – i suoi riti – ricomincia ossessivo

come se fosse un giorno infinito a imprigionarmi

dentro il suo fottuto porno in loop sull’ iPad ultima generazione flessibile

si trastulla coi suoi gadget di bambino di facili consumi e telecomanda

musica luci e tende apre accende spegne chiude

controlla tutto

on – off come il mio cuore

RIFLETTERSI

poi va solo nella jacuzzi, sparisce un’ora in bagno

respiro respiro profondo

mi lascia davanti la tele dove danno un programma di cucina thailandese sulla televisione canadese francofona e stento a sintonizzarmi,

sono fuori, la sua pipa da cristal mi spacca il cervello, spara ai mie due unici neuroni, yin e yang, che fanno un 69.

il porno in loop sull’Ipad:

Maschio-femmina-etero-gay

la lingua addormentata

anestesia

a n e s t e s i a

la lingua morta

ma non posso cambiare canale, la tele, la pub, la cucina thailandese in francese del Quebec, immagino fuori ci siano -18° à Montreal adesso e la thai che cucina alla tele sembra trans,  vorrei vedere la baia di Hudson, e le cascate e poi cerco di ricordare come si fa la conversione in Fahrenheit, ma non ricordo, la mia memoria minuit

meno di zero –  brucia

tutto brucia -meno di zero

ho voglia di Dim Sum

– toccami il mio cuore

e svapora

per sublimazione –

eppure non ho fame

la cuoca forse non é manco thai é cinese o vietnamita

non posso cambiare canale, perché non so quale dei telecomandi azioni cosa e non vorrei sganciare una bomba da qualche parte nel mondo

azionare un’auto-distruzione

in meno di tot secondi

finire del tutto

dis-integrato

meno di zero

non posso cambiare

meglio fare finta di niente, fare come gli altri,

la cucina thai poi piace a tutti

Quando rientra riaccende la pipa e mi vuole passare il fumo in bocca dalla sua fogna con rigoli bianchi ai bordi e dico, no non bacio non sono gay, lui dice non ti bacio ti passo solo il fumo perché tu non fumi cazzo

ed io dico che sì, certo che fumo

trattienilo, dice

e trattengo

poi m’abbassa le mutande e me lo risucchia un po’ giusto un minuto o due, col cazzo suo smoscio ed il mio in bocca per qualche istante, sembra non si vada da nessuna parte. E smette appena mi si raddrizza per bene e lubrifico, il cristal m’ha eccitato o il film porno sull’Ipad o la mezza viagra presa prima mica sto frocio che ho davanti: lui é solo un bancomat.

poi va a chattare un po’ per i cazzi suoi, beve da una bottiglia d’acqua con G credo, da cui mi guardo bene dal bere anch’io, e infine torna alla carica con la sua cazzo di pipa

ad un certo punto suona il suo cellulare lui piglia uno dei telecomandi e dopo qualche minuto sento il rumore delle porte dell’ascensore che si aprono direttamente sulla sala in cui siamo al terzo piano della sua maison de maitre.

Un brasiliano che ho visto annunziato su gayromeo, sulla trentina, entra, parlottano fra loro, io sono sparito, mentre i due fumano e chiacchierano manco li seguo, sono stone,  e poi il brasiliano si spoglia, io dico che non erano quelli i patti e che non faccio trio e che sono solo attivo e che mi deve pagare di più se vuole fare a tre ed entro in paranoia che mi violentano, ma sto zitto solo dico che dobbiamo ridiscutere i ruoli.

ma lui non ha voglia di rinegoziare e va in camera col tipo – meglio così.

io resto nella sala solo con la cazzo di programmazio ne francofona canadese e comincio a odiare seriamente l’accento. ora stanno passando un reality per eleggere il miglior stilista di una scuola di talenti.

vomito sotto il tappeto

quando il tipo brasiliano torna dalla stanza nudo e col cazzo ancora gocciolante e si siede accanto gli dico in spagnolo che non é niente di personale ma eravamo rimasti in un modo e non m’aveva detto che veniva un altro escort.

Lui mi dice solo: ok

magari non capisce lo spagnolo col mio accento.

ma poi mi fa con un accento che manco é brasiliano e che manco riesco a identificare:

me encanta mas el cristal que la cocaina, esa droga eso me estimula el cerebro 

 y pues por eso no me da hambre, mira que seco que me pone

mostra gli addominali in tensione, annuisco

 te pones en ambiente bien cabron, te pones pedo, y te pone cachondo, arrecho, te pone superman, te pone macho, el fierro bien chingon, y puedes culiar horas hermano, tanto ke hasta superman te keda corto 

no hay nada mejor ke el cristal por un escort

io vado in bagno piscio mi faccio una doccia butto un po’ del dentifricio nel lavandino, e spremo dal tubo un po’ di pasta e la metto in bocca, risciacquo,

porno,  apro la cassettiera in cui é integrato il lavabo ma non tocco niente, tempo reale, come in un porno, pausa di trama, faccio scorrere l’acqua , il tempo

la clessidra

il mio canovaccio da recuperare.

quando é passata mezz’ora o poco più rientro, il cliente accompagna il brasiliano scoppiato all’ascensore e poi torna a succhiarmela, vuole gli venga in bocca, io non ne posso più sono lì da 6 ore voglio finire

non c’é più niente da rinegoziare,

gli dò quel che vuole

sgorgo sterile.

senza gemere o parlare.

la lingua morta.

spezzata

crack

e ora che abbiamo finito mi rivesto rapido, apro la busta prima d’entrare nell’ascensore, per scrupolo, e nella busta ci sono solo 150 euro dell’anno 2013 dell’era cristiana

porcoddio

mi fermo lì e gli dico

hey dude we got a problem

ho controllato prima e c’erano, ma i soldi non ci sono più gli dico.

pagami,  che motivo ho di fare sto casino? hai detto 800 questi i patti per 6 ore. che ti credi che sto qui con te per drogarmi e perché mi piace stare coi froci? pagami cazzo

ma lui dice che no, che non ho fumato con lui come pattuito e che non fumo per davvero e che poi non sa che ho fatto coi soldi erano li nella busta e che lui voleva uno completo non uno che fa storie

e che tanto a che mi servono i soldi, che poi sicuro appeno esco di lì spendo tutto e domani sono di nuovo a secco, e cose così come se mi conoscesse

ho voglia di spaccargli la testa,

tutto brucia dentro-fuori

poi chiamo la «casa» spiego che sta passando

«el dueno» della casa dice ascolta

ce l’hai i coglioni o no, tu resti il maschio li dentro ricorda

sei tu che comandi

piglia il cane e gli dici che lo scanni

quello chiama la polizia dice che mi devo registrare al commisariato (?) rispondo

cazzate -interrompe il dueno– qui non siamo in Svizzera mica devi registrarti

digli che ti frega un cazzo e che li chiami pure, a los tios,  così vedono il drogato di merda che é, anzi chiudi e richiamami, fai finta che chiami la polizia.

eseguo e lui dice no no aspe’ aspetta a chi chiami

parliamone

la lingua di pezza anchilosata da troppo fumo mi si blocca , la lingua amnesia

bianco cristal, vorrei poter dire qualcosa di essenziale

svelare un segreto

la lingua anestesia

la lingua morta

ed il segreto é

frammentario

come cristalli

ma poi mi vuole dare solo duecento in più per 6 ore di spappolamento di coglioni invece degli ottocento pattuiti e che sono solo le 8 e non le dieci come avevamo detto ma io so che non mi vuol pagare per niente e allora richiamo di nuovo «la casa»

«sto bastardo continua coi suoi giochi ti giuro gli rompo la testa»

il dueno mi dice che no, a lui non lo posso toccare che é cliente della casa da tempo e che potrebbe denunciare.

invece acchiappa sto cazzo di cane, ripete, ci ha un fottuto cane sempre fra i piedi, piglia un oggetto tagliente e minaccia di scannarglielo

io resto un minuto in silenzio

il dueno dice: sei ancora lì? «maricon» deciditi o fai quel che ti dico o esci da li senza un soldo e per come ti sento sei fuori uso tutto il giorno

hai fumato christal ora né dormi né lavori, stai zombi fino a domani.

eseguo,

piglio il cane come se volessi accarezzarlo e quando l’ho in braccio

te lo scuoio gli dico gli spezzo il collo e lo tiro giù dalla finestra

il cliente grida go away go away quasi piange, ma non  si avvicina

vede che sono serio, esita dice che chiama la polizia che mi deportano

sono europeo tengo papeles gli dico idiota dove vuoi che mi deportino? in siberia?

stupid fag

pagami o gli spezzo il collo

alla fine il tipo va nella stanza

per minuti interminabili cerco di capire se stia chiamando la polizia o cercando i soldi

torna con due banconote da 200 ed una da 100

dice non ho altro contante, quello che avevo era nella busta

io non so se crederci o no

tenendo il cane in braccio riprendo il telefono e parlo col dueno del piso:  m’ha dato 650 in totale

mi dice pigliali e vattene inutile mettersi a trattare

sfila via.

in casa, solo voglia di spogliarmi avvolgermi in un sudario nella luce sbilenca e grigia fra le tende

pero’  non posso dormire

e tuttavia non sono desto

insonne, cerco di ricordare la ricetta thai del mattino per assopirmi, dim sum dim sum significa

niente, poi come convertire le temperature in Faranheit, vuoto, amnesia, poi mi piglio il cazzo in mano, mi masturbo, le immagini del porno sull’Ipad del cliente mi sfilano nel cervello,

sempre le stesse scene

yin e yang

il porno é fuori di qui

e questo non sono io

questo non sono ora

eppure

c’é sempre la stessa luce

malgrado sia scesa la notte?